In che cosa consiste il decreto del 30%?

Se un dipendente viene a lavorare dall'estero nei Paesi Bassi, è possibile applicare il cosiddetto decreto del 30%, a determinate condizioni. Il decreto del 30% consente al datore di lavoro un’esenzione presunta pari al 30% della remunerazione del dipendente, a titolo di risarcimento per le spese relative al soggiorno nei Paesi Bassi. Una società a responsabilità limitata (BV) fondata nei Paesi Bassi da un lavoratore straniero, nella quale presti servizio il lavoratore stesso, può essere considerata un datore di lavoro. In tal modo, il decreto del 30% è aperto anche ai lavoratori autonomi.

Quali sono le condizioni per poter applicare il decreto del 30%?

Un lavoratore può avvalersi di questo decreto se viene a lavorare nei Paesi Bassi dall'estero e se possiede una competenza specifica quasi assente sul mercato olandese. Un lavoratore ha una competenza specifica se il salario fiscale del lavoratore ammonta a più di € 37.743 su base annua (escluso il risarcimento del 30%). Per i lavoratori di età inferiore ai 30 anni in possesso di un diploma di master vale una norma salariale più bassa, pari a € 28.690. Il fisco valuterà per ogni singolo caso se la competenza specifica è quasi assente sul mercato del lavoro olandese. Per poter applicare il decreto del 30%, il datore di lavoro e il dipendente devono presentare una richiesta presso il fisco olandese. I lavoratori che hanno vissuto vicino al confine olandese (entro un raggio di 150 km) per più di 16 sui 24 mesi precedenti all'inizio dell'impiego in Olanda, non possono fare uso del decreto del 30%.

Per quanto tempo è possibile applicare il decreto del 30%?

La durata del decreto del 30% è di massimo 8 anni.
Questo lasso di tempo si riduce in caso di periodi precedenti di soggiorno o impiego nei Paesi Bassi. Ciascun periodo precedente di soggiorno o impiego nei Paesi Bassi nei 25 anni precedenti, e anche un periodo anteriore di soggiorno o impiego nei Paesi Bassi che sia iniziato più di 25 anni fa, ma che sia terminato meno di 25 anni fa, abbrevia la durata del decreto del 30%.
Se la richiesta per il decreto del 30% viene fatta entro quattro mesi dal primo giorno lavorativo, il decreto del 30% può essere applicato con valore retroattivo a partire dal primo giorno lavorativo. Se la richiesta viene avanzata più tardi, il decreto del 30% entra in vigore a partire dal mese successivo.

Cosa succede se cambio datore di lavoro?

Se durante il periodo di applicazione del decreto del 30% un lavoratore cambia datore di lavoro, il decreto del 30% può rimanere applicabile su richiesta nel periodo di tempo rimanente, a condizione che non passino più di tre mesi dalla fine dell'impiego presso il vecchio datore di lavoro e la realizzazione del contratto di lavoro con il nuovo datore di lavoro. Il nuovo datore di lavoro deve dimostrare nuovamente che il dipendente può essere considerato come lavoratore di nuova acquisizione.

Il decreto del 30% comporta altri vantaggi?

Quando un lavoratore ha diritto al decreto del 30%, costui può scegliere, tra le altre cose, un regime fiscale estero parziale. In questo caso, il lavoratore viene considerato un straniero tassabile solo per una parte dell'imposta sul reddito, non considerando una serie di componenti fiscali e patrimoniali che normalmente ricadrebbero sotto l'imposta sul reddito olandese; in pratica, ciò comporta una tassazione minore dell'imposta sul reddito.
Alcune tasse scolastiche, inoltre, possono essere risarcite dal datore di lavoro.

Cosa succede se il decreto del 30% non viene concesso?

Se il fisco non dà l'approvazione per applicare il decreto del 30%, determinati costi legati all'impiego nei Paesi Bassi possono comunque essere risarciti esentasse dal datore di lavoro. Ciò avviene, per esempio, nel caso di costi di alloggiamento doppi. Una differenza significativa con il decreto del 30% è che in questo caso bisogna dimostrare che questi costi sono stati affrontati. Con il decreto del 30% ciò non è necessario.

A titolo esemplificativo, le spese extraterritoriali comprendono:

  • il costo supplementare della vita dovuto a un livello dei prezzi più elevato nei Paesi Bassi rispetto al paese di provenienza, come le spese supplementari per pasti, gas, acqua e luce (indennità di carovita);
  • le spese di un viaggio introduttivo nei Paesi Bassi, eventualmente con la famiglia, ad esempio per cercare un’abitazione o una scuola;
  • le spese per la richiesta o la conversione di documenti personali ufficiali, quali permessi di soggiorno, visti e patenti di guida;
  • le spese per le visite mediche e le vaccinazioni per il soggiorno nei Paesi Bassi;
  • le doppie spese di alloggio, quando il dipendente continua a risiedere nel paese di origine, ad esempio le spese alberghiere;
  • le spese di alloggio (iniziali).

Se l’azienda fornisce l’alloggio, vengono considerate spese extraterritoriali solamente le spese di alloggio (iniziali) che superano il 18% dello stipendio del rapporto di lavoro in corso. Il resto delle spese è considerato retribuzione. Se il dipendente stesso affitta un’abitazione, si può anche applicare il metodo di calcolo del 18% per liquidare l’eccesso in esenzione d’imposta. In generale, non è possibile anticipare o rimborsare, in esenzione d’imposta, le spese per l’arredamento dell’alloggio:

  • le spese di trasloco e per l’immagazzinaggio temporaneo nonché il trasferimento del mobilio;
  • le spese di una visita introduttiva del dipendente all'azienda nei Paesi Bassi;
  • le spese per la richiesta o la conversione di un permesso di lavoro;
  • le spese per l’immagazzinaggio della parte di mobilio non trasferito nei Paesi Bassi;
  • le spese di viaggio nel paese d'origine, ad esempio per visite familiari o ricongiungimento familiare;
  • le spese supplementari per la compilazione della dichiarazione dei redditi, se ciò è più costoso rispetto al servizio di un consulente fiscale comparabile nel paese d’origine.

Si applica un massimo di € 1.000 per dipendente:

  • le spese del corso di apprendimento dell'olandese per il dipendente e per i familiari che soggiornano presso di lui/lei;
  • le spese aggiuntive per effettuare chiamate (private) verso il paese d’origine;
  • le spese per una domanda di esenzione dalla previdenza sociale, come il certificato A1/E101;
  • le tasse scolastiche per una scuola internazionale o per la sezione internazionale di una scuola tradizionale.

Si tratta dei seguenti casi:

  • l’istruzione presso la scuola o il dipartimento in questione, si basa su un sistema scolastico estero;
  • la scuola o il dipartimento è destinato principalmente ai figli dei lavoratori distaccati.

Le seguenti spese non sono considerate spese extraterritoriali e non possono pertanto essere rimborsate o concesse in esenzione d'imposta:

  • le indennità di distacco, i premi e le indennità analoghe (premio per servizio estero, indennità di espatrio, indennità d’oltremare);
  • le perdite di capitale;
  • i costi di compravendita di un'abitazione (rimborso spese di acquisto casa, commissione per agente immobiliare);
  • compensazione per le maggiori aliquote fiscali nei Paesi Bassi (perequazione fiscale).