Diritto societario olandese
Approfondimenti
Diritto societario olandese
Licenza
A differenza dell’Italia dove è necessaria una licenza per molte attività economiche, nei Paesi Bassi per la maggior parte delle attività imprenditoriali non è richiesta alcuna licenza. E, qualora sia necessaria una licenza, la procedura per la richiesta è efficiente e relativamente semplice.
Persona giuridica olandese
Per questo motivo, molti imprenditori italiani scelgono di far rientrare una parte delle loro attività in una persona giuridica olandese.
Con una persona giuridica olandese, in molti casi la legge olandese è applicabile anche alle attività svolte in Italia. Sulla base del diritto europeo in materia di libertà di stabilimento, l'Italia non può sempre imporre la sua legislazione più severa agli imprenditori che servono il mercato italiano da altri Stati membri dell'UE.
Distacco o somministrazione di personale
Un esempio di un'attività per la quale molti imprenditori italiani scelgono di collocarla in un'entità olandese è la somministrazione di personale.
Con la creazione di una società a responsabilità limitata di diritto olandese e con l’apertura di una sede stabile (sede secondaria) in Italia che svolge le attività di somministrazione di personale, si eliminano molte delle restrizioni e dei requisiti imposti dalla legislazione italiana. Pertanto, è generalmente molto più facile ed economico svolgere queste attività attraverso una persona giuridica olandese. Per saperne di più contattaci.
Contatto
Per esaminare la possibilità di avviare un'attività nei Paesi Bassi, vi invitiamo a contattare, in italiano, il dott. Robert Brinks.
Imposte redditi persone fisiche
Approfondimenti
Imposta sul reddito
In generale si può affermare che le società più piccole sono principalmente ditte individuali o società in nome collettivo mentre le grandi società sono sotto forma di BV o NV.
Soprattutto per le nuove piccole imprese, può essere vantaggioso essere soggette all’imposta sul reddito piuttosto che all’imposta sulle società. Questo perché l’imposta sul reddito agevola le nuove imprese con una serie di misure che riducono l’onere fiscale effettivo; tale misure non sono previste per l’imposta sulle società.
E’ generalmente semplice convertire una ditta individuale o società in nome collettivo in una BV o una NV.
Anche i dipendenti pagano l’imposta sul reddito
Per i dipendenti l’imposta sul reddito è così composta:
• imposta sul reddito/contributi previdenziali
• premi assicurativi per i dipendenti
• contributo scaglionato per fasce di reddito per l’assicurazione sanitaria – dovuto per legge (contributo Zvw)
Per quanto riguarda l’assicurazione nazionale e l’assicurazione dei dipendenti, vale quanto segue:
Di norma un dipendente è assicurato nel paese in cui lavora. In caso di trasferta temporanea nei Paesi Bassi di un dipendente assunto in Italia, o viceversa, la previdenza sociale/assicurazione sociale del paese d’origine possono rimanere generalmente in vigore.
Nel caso in cui il suo dipendente lavori in due o più paesi facenti parte dell’UE, è assicurato nel paese in cui vive se:
• lavora nel paese di residenza per 25% o più del suo tempo e/o
• il datore di lavoro ha la sede legale nel paese in cui vive il dipendente, oppure
• lavora alternativamente o simultaneamente per 2 datori di lavoro in diversi stati membri. Questi possono essere il paese di residenza e un altro Stato membro. Ma anche due stati membri al di fuori del paese di residenza.
Tale principio è chiamato il principio del paese di residenza. In casi diversi di questi il dipendente è assicurato nel paese in cui ha sede legale il datore di lavoro.
Contatto
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IVA
Approfondimenti
IVA
L'aliquota normale nei Paesi Bassi è del 21%. Inoltre, si applica un'aliquota ridotta del 9%.
Anche per le aziende straniere è semplice richiedere un numero di partita IVA olandese. Questo numero viene automaticamente e immediatamente registrato come numero di partita IVA UE. Anche se non si ha una filiale o un indirizzo nei Paesi Bassi, è possibile richiedere un numero di partita IVA olandese. Molte aziende italiane che importano merci da paesi esterni all'Unione Europea, lo fanno attraverso i Paesi Bassi, registrando l'importazione nei Paesi Bassi e la conseguente consegna all’interno della dichiarazione IVA olandese. A tale fine non è necessario nominare un rappresentante fiscale.
Le autorità doganali olandesi sono conosciute per l’efficienza e versatilità.
Per aprire una filiale nei Paesi Bassi, è possibile utilizzare il cosiddetto meccanismo di inversione contabile. Nel caso si importino merci da paesi extra UE, è normalmente dovuto il pagamento dell'IVA alle autorità doganali. Se si ha diritto alla detrazione dell'IVA, dovrà essere detratta come imposta a monte nella dichiarazione IVA.
Il meccanismo di inversione contabile prevede che non si paghi l'IVA dell'importazione alle autorità doganali ma che la si trasferisca alla dichiarazione IVA. Se si ha diritto alla detrazione dell'IVA, la stessa può essere detratta tramite la dichiarazione dell'IVA e non sarà necessario pagare nulla a saldo.
Le dichiarazioni IVA vengono presentate in linea di massima trimestralmente. Un rimborso IVA è generalmente concesso entro 4 settimane dal deposito della dichiarazione IVA.
Contatto
Per esaminare la possibilità di avviare un'attività nei Paesi Bassi, vi invitiamo a contattare, in italiano, il dott. Robert Brinks.
IVA ed estero
Chi è soggetto al versamento dell'IVA e in quale Stato?
Per determinare dove va versata l'IVA, se nei Paesi Bassi o all'estero, è essenziale determinare in primo luogo dove ha luogo la prestazione. Se la prestazione ha luogo nei Paesi Bassi, allora dovrà adempiere agli obblighi IVA dei Paesi Bassi. Se la prestazione ha luogo all'estero, dovrà invece adempiere agli obblighi IVA degli stati esteri.
ATTENZIONE!
Il luogo in cui lei si trova nel momento in cui effettua la prestazione non sempre coincide con il luogo in cui risulta essere stata effettuata la prestazione ai fini dell'imponibilità dell'IVA. Pertanto, non commetta l'errore di considerare automaticamente che un servizio da lei prestato nei Paesi Bassi sia anche soggetto all'imposta nei Paesi Bassi.
Le regole per stabilire il luogo della prestazione non sono semplici. Innanzitutto è importante distinguere tra l'esportazione di beni e la prestazione di servizi. Infatti, per le due categorie di attività vigono regole diverse.
Suggerimento! Anche se, in base alle regole, risulta che la sua prestazione è effettuata all'estero, non è sempre detto che lei debba versare l'IVA nello Stato estero in questione. In molti casi, infatti, può essere applicato il regime di inversione contabile, mediante il quale lei può trasferire l'assolvimento dell'imposta al cliente. Sarà quindi il cliente a dover assolvere agli obblighi relativi all'IVA estera.
Cessione di beni
Cessione di beni ad un soggetto residente nell'UE
La cessione di beni ad un soggetto residente nell'UE rientra generalmente nelle cessioni intracomunitarie non imponibili IVA (aliquota IVA 0%). La condizione è che i beni vengano trasportati dai Paesi Bassi ad un altro Stato membro dell'UE e che lei disponga del numero di partita IVA del soggetto cessionario residente nell'altro Stato dell'UE.
Suggerimento! Può verificare il numero di partita IVA del suo cliente su questo sito: http://ec.europa.eu/taxation_customs/vies/.
Pertanto: emette fattura senza aggravio di imposta, ma dovrà riportare la dicitura "operazione non imponibile" (aliquota IVA 0%) registrando la fattura nel registro IVA e nei registri delle prestazioni intracomunitarie. Il suo cliente estero effettua un acquisto intracomunitario e versa l'IVA secondo l'aliquota prevista nel proprio Stato (tuttavia può, quasi sempre, detrarre l'IVA stessa nella propria dichiarazione).
Esempio
Lei cede beni ad un soggetto passivo residente in Francia intestatario di partita IVA. In forza della cessione, i beni vengono trasportati dai Paesi Bassi in Francia. Si tratta quindi di una cessione intracomunitaria. Ai fini dell'IVA, la cessione ha luogo nei Paesi Bassi in regime di esenzione. Il suo cliente francese effettua in Francia un acquisto intracomunitario. Egli versa l'IVA in Francia secondo l'aliquota ivi prevista.
Cessione di beni a soggetti privati nell'UE
In caso di cessione di beni a un soggetto privato estero o a una organizzazione estera non soggetta ad IVA, si parla di vendita a distanza. In linea di principio, questa cessione ha luogo nei Paesi Bassi. A seconda del tipo di bene ceduto, lei è soggetto al versamento dell'IVA al 9 o al 21%. Tuttavia, dal momento in cui supera il plafond previsto per le operazioni non imponibili, la cessione diventa imponibile nello Stato membro dell'UE in cui risiede il cessionario. In tal caso dovrà registrarsi presso l'Agenzia delle Entrate di quello Stato membro dell'UE e versarvi l'IVA. L'aliquota dipende dalle aliquote in vigore nello Stato membro dell'UE in questione.
ATTENZIONE!
Il plafond è cumulativo per Stato e non per cessionario!
Esempio
Fino al 15 giugno 2019 lei cede beni per un valore di € 30.000 a diversi soggetti privati spagnoli. Lei calcola l'IVA secondo le aliquote olandesi e registra i versamenti ai fini della sua dichiarazione IVA. Il 16 giugno 2019 lei cede beni per un valore di € 6.000 ad un soggetto privato spagnolo. Con questa operazione supera il plafond IVA spagnolo, fissato a € 35.000, e pertanto, su questo importo, deve calcolare l'IVA spagnola. Dovrà applicare l'IVA spagnola anche su tutte le altre cessioni di beni verso la Spagna successive a questa data. Dovrà registrarsi in Spagna e versare l'IVA in Spagna, riportandola sulla dichiarazione spagnola. Avendo superato il plafond nel 2019, dovrà poi applicare l'IVA spagnola già a partire dalla prima cessione di beni in Spagna nel 2020.
ATTENZIONE!
Per molti Stati il plafond è fissato a € 35.000. Tuttavia, vi sono Stati che hanno un plafond diverso. Controlli sempre il plafond fissato dallo Stato di interesse su questo sito.
Cessione di beni a un soggetto passivo o privato residente in uno Stato fuori dall'UE
In caso di cessione di beni a un soggetto passivo o a un privato residente in uno Stato fuori dall’UE, si parla di esportazione se i beni vengono trasportati in uno Stato al di fuori dell'UE. L'esportazione non è imponibile. Condizione per fruire della non imponibilità è la comprovata fuoriuscita dei beni dal territorio UE. In questo caso, non applica l'imposta, ma dichiara l'esportazione (esente IVA) nella sua dichiarazione.
Altre cessioni
Qui sopra abbiamo descritto le regole principali per la cessione di beni. Tuttavia, vi sono altre situazioni per le quali vigono regole diverse. Pensi, per esempio, alla cessione a titolo oneroso di mezzi di trasporto nuovi o semi-nuovi e alle operazioni triangolari. Le operazioni triangolari si verificano quando i beni vengono ceduti da A a B e successivamente ceduti da B a C, ma i beni vengono consegnati direttamente da A a C. Per queste situazioni vigono regole diverse.
Suggerimento! Consulti sempre i nostri consulenti circa le regole di imposizione IVA che si applicano alla sua situazione specifica.
Prestazione di servizi
Servizi prestati a un soggetto passivo residente nell'UE
Secondo la regola di base, i servizi prestati a un soggetto passivo in un altro Stato membro dell'UE sono imponibili nello Stato di residenza del cessionario. In questo caso lei non applica né l'IVA olandese né quella estera. Lei cede infatti l'IVA al suo cessionario e questi versa l'IVA al proprio Stato (secondo l'aliquota ivi prevista). Lei dichiara comunque il servizio nella sua dichiarazione IVA e nel riepilogo dei servizi intracomunitari.
ATTENZIONE!
Servizi prestati ad un soggetto passivo fuori dall’UE
In linea di massima, i servizi prestati a un soggetto passivo fuori dall’UE sono imponibili nello Stato di residenza del cessionario. Non ha bisogno di dichiarare nulla nella dichiarazione olandese. Si informi circa gli obblighi che può dover assolvere nello Stato di residenza del cessionario.
Servizi prestati a un soggetto privato
Secondo la regola principale, i servizi prestati a soggetti privati all'estero sono imponibili nei Paesi Bassi. Su tali servizi lei applica l'IVA. Anche in questo caso vi sono tuttavia molte eccezioni, ed esempio i servizi relativi a beni immobili, i servizi di trasporto, di ristorazione, di mediazione, ecc.
Anche per determinati altri servizi, come quelli pubblicitari o di consulenza prestati a soggetti privati in Stati fuori dall’UE, valgono regole diverse. In linea di massima, questi servizi sono imponibili nello Stato di residenza del soggetto privato cessionario.
Dal 2019 esiste anche una normativa specifica per i servizi digitali - ossia i servizi elettronici, telecomunicativi, radio e televisivi - prestati a soggetti privati residenti nell'UE. Se in un anno non ha fatturato più di € 10.000 per servizi simili a soggetti privati e nemmeno nell'anno immediatamente precedente, allora, a partire dal 2019, è soggetto ad imposta nei Paesi Bassi. Fino ad oggi, questi servizi erano soggetti ad imposta nello Stato di residenza del cessionario.
ATTENZIONE!
Rimborso dell'IVA versata nell'UE
Se nel 2018, in qualità di soggetto passivo, ha acquistato beni o servizi in Stati membri dell'UE, può chiedere il rimborso dell'IVA attraverso l'Agenzia delle Entrate dei Paesi Bassi. Dovrà espletare determinate formalità e richiedere il rimborso IVA entro l'1 ottobre 2019. In caso di ritardo della richiesta non ha diritto a rimborso IVA. L'IVA rimborsabile è, per esempio, quella versata in uno Stato UE sul carburante acquistato, sulle spese di trasporto in taxi o sul pernottamento in un albergo durante un congresso. Si tratta, quindi, di tutta l'IVA versata su beni e servizi acquistati da lei o dai suoi collaboratori per motivi di lavoro.
Credenziali di accesso
La richiesta di rimborso IVA deve essere presentata in forma digitale, attraverso il seguente sito: https://eubtw.belastingdienst.nl/netp/. A tale scopo le servono le credenziali di accesso. Se è il suo consulente a richiedere il rimborso IVA per conto suo, allora entrambi avete bisogno di credenziali di accesso. Se ha già richiesto il rimborso dell'IVA a uno Stato UE in passato, dispone già delle credenziali di accesso e dovrà usare quelle. Non può richiedere altre credenziali. Contatti l'Agenzia delle Entrate se le ha smarrite. Se è invece la prima volta che chiede il rimborso dell'IVA a uno Stato UE, richieda le credenziali di accesso tramite l'apposito modulo sul sito dell'Agenzia delle Entrate olandese (www.belastingdienst.nl, parola chiave "aanvraag inloggegevens" - richiesta credenziali di accesso). Deve compilare, stampare e inviare il modulo. Possono essere necessarie fino a quattro settimane di tempo.
Presentazione di domanda di rimborso
La normativa sull'IVA non è semplice. Esistono regole di base, ma sono le eccezioni a complicare la materia. Praticamente nessuna situazione può essere considerata standard. Consulti sempre i nostri consulenti circa le regole di imposizione IVA che si applicano alla sua situazione specifica.
Infine
Secondo la regola di base, i servizi prestati a un soggetto passivo in un altro Stato membro dell'UE sono imponibili nello Stato di residenza del cessionario. In questo caso lei non applica né l'IVA olandese né quella estera. Lei cede infatti l'IVA al suo cessionario e questi versa l'IVA al proprio Stato (secondo l'aliquota ivi prevista). Lei dichiara comunque il servizio nella sua dichiarazione IVA e nel riepilogo dei servizi intracomunitari.
ATTENZIONE!
Contatto
Per esaminare la possibilità di avviare un'attività nei Paesi Bassi, vi invitiamo a contattare, in italiano, il dott. Robert Brinks.
Imposta di registro e beni immobili di società
Anche l'acquisizione di azioni in un'organizzazione che possiede beni immobili è gravata dell'imposta di registro in determinati casi, ovvero:
- nel caso in cui, all'atto dell'acquisizione di tali azioni o in qualsiasi momento nell'arco di 12 mesi precedenti, le proprietà dell'organizzazione siano composte per oltre il 50% da beni immobili; a tale proposito è importante considerare che dal 1° gennaio 2011 rientrano tra di essi anche gli immobili non situati nei Paesi Bassi, con il vincolo che la proprietà sia costituita almeno per il 30% da immobili siti nei Paesi Bassi;
- nel caso in cui gli immobili siano o siano stati utili ai fini dell'acquisizione, dell'alienazione o dello sfruttamento di altri immobili per una quota pari o superiore al 70 %. Con l'espressione "acquisizione o alienazione" s'intende la compravendita immobiliare, mentre con "sfruttamento" s'intende, in linea di principio, la concessione in locazione;
- nel caso in cui venga acquisito un interesse di uno o più soggetti terzi nei beni immobili in questione.
Cumulo con l'IVA olandese
L'acquisto di un bene immobile è soggetto a IVA olandese in base ai casi. Considerato che tale acquisto può essere gravato dell'imposta di registro, tale imposta può essere cumulata all'IVA olandese all'atto dell'acquisto dell'immobile. Solo in un numero limitato di casi prescritti dalla legge l'accumulo delle due imposte viene rimosso con l'esenzione dall'imposta di registro, ovvero nei seguenti casi:
-la consegna è legittimamente gravata dell'IVA (ad esempio nel caso di un'acquisizione avvenuta precedentemente, alla data di primo utilizzo o entro due anni successivi) e:
- il bene immobile non è ancora stato posto in utilizzo come mezzo aziendale o l'acquirente non può dedurre l'IVA olandese.
Contatto
Per esaminare la possibilità di avviare un'attività nei Paesi Bassi, vi invitiamo a contattare, in italiano, il dott. Robert Brinks.
Detraibilità dell’IVA per le controllanti
Per le società che oltre a detenere delle azioni svolgono anche delle prestazioni, le cose stanno diversamente. Questo tipo di società è un’impresa ai fini IVA. La detrazione dagli anticipi di imposta è determinata dalla misura in cui tale società fornisce prestazioni soggette a imposta.
Detrazione dell’IVA
Per determinare il diritto alla detrazione, esistono tre possibilità:
- Una controllante ha il diritto alla detrazione dell’IVA nella misura in cui effettua acquisti che vengono direttamente utilizzati per le sue prestazioni soggette a IVA.
- Nella misura in cui gli acquisti vengono utilizzati direttamente per prestazioni esenti da IVA o non soggette a imposta, la controllante non ha alcun diritto alla detrazione.
- Se si tratta di acquisti utilizzati sia per prestazioni esenti da IVA, quindi non soggette a imposta, sia per prestazioni soggette a IVA, vi è il diritto a detrazione in base al pro rata della controllante. Il pro rata è il rapporto fra il fatturato ottenuto con le attività soggette a IVA e la somma del fatturato delle attività soggette a IVA ed esenti da IVA.
Detrazione pro rata
Esempio: la società A ha un fatturato pari a € 100.000 totali. La società A svolge prestazioni soggette a IVA per le quali ottiene un fatturato pari a € 80.000. Inoltre, la società A fornisce prestazioni esenti da IVA che le apportano un fatturato pari a € 20.000. Di conseguenza, l’IVA versata sui costi sostenuti per entrambe le prestazioni può essere detratta all’80%.
Attività soggette a IVA della controllante
Una prestazione comune delle controllanti consiste nello svolgere attività di direzione della controllata o delle controllate. In questo caso, la controllante addebita un onorario, emettendo fatture intestate alla controllata per l’importo dell’onorario di direzione più l’IVA.
Influenza della controllante
Se una controllante non addebita alcun onorario di direzione o svolge altre attività, si può tuttavia considerare che eserciti un’influenza, ad esempio quando interferisce (in modo dimostrabile) con la strategia delle controllate. Ai fini IVA, quando la controllante esercita un’influenza, essa può essere inserita in un’unità fiscale. In questo modo, l’unità fiscale ha diritto alla detrazione dell’IVA addebitata alla controllante.
Corte Suprema
Quando una controllante addebita i costi sostenuti alle controllate, questo non comporta una prestazione ai fini dell’IVA. Secondo la Corte Suprema, i costi sostenuti addebitati a una controllata possono essere considerati come una prestazione soggetta a IVA soltanto se l’impresa che ribalta i costi deve svolgere od omettere un’attività a vantaggio della parte a cui vengono addebitati i costi. In altre parole, la controllante deve aggiungere qualcosa.
Detrazione dell’IVA e prestiti in sospeso
Una controllante riceve degli interessi per prestiti in sospeso? In questo caso, le prestazioni sono esenti da IVA. Questo comporta delle conseguenze ai fini della detrazione dell’anticipo di imposta se il prestito di denaro è una parte sostanziale delle attività aziendali, quindi è di entità più che trascurabile. Ciò avviene in ogni caso quando i proventi degli interessi sono elevati quanto i proventi soggetti a imposta.
Conclusioni
Per poter detrarre l’IVA versata da una controllante occorre verificare se essa svolga attività soggette a IVA. La controllante svolge attività di direzione di una controllata? In questo caso la controllante è un’impresa ai fini dell’IVA. In caso contrario, potrebbe essere una controllante che esercita un’interferenza. Se la controllante percepisce introiti da interessi sui debiti in sospeso, essi devono essere inclusi nel calcolo del pro rata qualora siano di entità più che trascurabile.
Contatto
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Imposte Redditi Societa
Approfondimenti
Imposta sul reddito delle società
Fino a un utile di 245.000 euro è prevista un’imposta sulle società del 15%. Superando tale somma si passa al 25%. Una perdita in un determinato anno può essere compensata in due modi: con l’utile imponibile relativo all’anno precedente (carry-back o riporto della compensazione della perdita) o con i guadagni relativi a un massimo di nove anni successivi (carry forward o riporto delle perdite pregresse). Anche le S.r.l. o le S.p.a. italiane, che hanno un’organizzazione stabile nei Paesi Bassi, sono tenute a pagare l’imposta sul reddito delle società olandesi sul profitto attribuibile a tale stabile organizzazione. I profitti che una B.V. o una N.V. olandese percepisce da una partecipazione sono generalmente esenti dall’imposta sulle società. Lo stesso vale per la plusvalenza sulla vendita di partecipazioni.
Contatto
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Forme societarie
Approfondimenti
Forme Legali nei Paesi Bassi
Anche nel caso in cui un’azienda sia già avviata con discreto successo, considerare di cambiare la propria forma giuridica potrebbe assicurare un vantaggio competitivo considerevole, non solo al fine di avere agevolazioni fiscali, ma anche per ottimizzare i propri fabbisogni. Affrontare la pianificazione fiscale con attenzione e responsabilità rappresenta la chiave di volta indispensabile per affermarsi su un mercato sempre più competitivo, sia per una società per azioni che per una piccola o media impresa, sia in Italia che nel resto del mondo.
Il regime fiscale italiano può rappresentare alle volte un ostacolo per una politica aziendale espansiva, a causa di una pressione fiscale molto rigida, considerata tra le più alte al mondo. Inoltre, l’attuale legislazione italiana è in continuo mutamento ed è caratterizzata da interventi legislativi volti ad aumentare le esistenti aliquote sulle imposte o addirittura a crearne delle nuove.
La legislazione olandese, invece, tende a favorire l’imprenditore e il professionista, proponendo una legislazione e un apparato burocratico notevolmente più snello, riducendo i tempi di attesa grazie a infrastrutture e scelte logistiche tra le migliori al mondo.
Esaminiamo ora le più comuni forme societarie nei Paesi Bassi.
Società individuale (Eenmanszaak)
Molto semplice da costituire, senza atto notarile, basta la semplice iscrizione al Registro delle imprese, presso la Camera di Commercio olandese. È una forma che permette anche di assumere personale, ma se ne può creare solo una per persona. Nonostante i costi di costituzione piuttosto bassi, lo svantaggio è che si diventa responsabili della ditta con tutto il proprio patrimonio personale. Vale a dire che in caso di fallimento non c’è separazione tra i beni privati e quelli della società, e in caso di matrimonio anche il partner diviene responsabile con il proprio patrimonio, se non si è fatta la separazione di beni. Con questa attività si ha diritto alla pensione minima olandese, ovviamente è possibile integrarla seguendo un apposito piano pensionistico indipendente.
Società in nome collettivo - S.n.c. (Vennootschap onder firma – v.o.f.)
Questa è una forma associativa che può essere utile quando fin dall’inizio esiste la volontà di gestire la società con più persone. Con o senza atto notarile più soggetti apportano capitali e beni all’interno dell’azienda e non è presente alcun requisito minimo di capitale. Eventuali creditori della società prima provano a rivalersi sui beni dell’azienda, poi qualora essi non fossero sufficienti, possono in seconda istanza rivalersi sui beni personali dei soci. Tuttavia, qualora un socio abbia un debito personale, i suoi creditori non possono rivalersi sui beni della società e su quelli degli altri soci. È possibile stabilire una v.o.f. con il proprio partner, in questo caso essendo entrambi imprenditori, hanno un doppio vantaggio fiscale, ma la responsabilità legale in caso di debiti è di entrambi, inoltre eventuali restrizioni dovute a un regime di separazione di beni non sono applicabili.
Società a responsabilità limitata – S.r.l. (Besloten Vennootschap – B.V.)
Una B.V. per molti aspetti paragonabile alla Società a responsabilità limitata (S.r.l.) in Italia, può essere fondata sia da un singolo individuo, così come da diversi soci. È possibile assumere un manager esterno, ma nelle B.V. più piccole l’amministratore solitamente coincide con il proprietario. C’è bisogno di un atto di costituzione notarile, tuttavia con il recente istituto della Flex-B.V., vigente dal 1° ottobre 2012, è possibile fondare una B.V. con 1 centesimo di euro di capitale. A differenza della società individuale è una vera e propria persona giuridica, per cui il titolare in linea di principio non è più interamente responsabile con tutto il proprio patrimonio; tuttavia, ci sono alcune eccezioni come, ad esempio, nel caso che la B.V. dichiari fallimento nei primi tre anni successivi alla costituzione a causa di una condotta assolutamente irresponsabile, oppure qualora l’azienda contragga debiti eccessivi in modo non diligente.
Un accenno a parte merita ancora il regime di responsabilità del direttore di una B.V. e di altre società a responsabilità limitata. La B.V. è soggetta all’obbligo di presentare un rendiconto finanziario annuale. Una possibilità interessante per molte aziende che investono nei Paesi Bassi è la possibilità di utilizzare una B.V. come Holding che controlla le quote di un’altra entità giuridica al fine di proteggere il capitale dal rischio di gestione. L’amministratore di una B.V. non ha l’obbligo di essere di nazionalità olandese, né tantomeno di essere residente nei Paesi Bassi. Tuttavia, qualora uno o più amministratori siano residenti sul territorio italiano, incorrono nel rischio che la B.V. possa essere tassata con il regime IRES italiano, che solitamente è meno vantaggioso rispetto a quello olandese. Talvolta l’imprenditore può preferire una N.V. poiché, come vedremo, le azioni sono trasferibili al portatore, invece la B.V., con i suoi requisiti minimi di anche un solo centesimo di euro, è soggetta alla necessità di documentare unilateralmente il trasferimento delle azioni per mezzo di un intervento notarile, e inoltre i soci hanno uno stretto diritto di prelazione nei confronti delle azioni rispetto a soggetti esterni.
Società per azioni - S.p.a. (Naamloze Venootschap - N.V.)
Assimilabile a una società per azioni (S.p.a.) in Italia, anche in questo caso il capitale è rappresentato da azioni, ma a differenza della B.V. il capitale minimo richiesto è di 45.000 euro e le azioni possono essere liberamente trasferibili ad altri soggetti, mentre in Italia il limite minimo per una S.p.a. è fissato a 120.000 euro. Grazie a queste caratteristiche le N.V. sono utilizzate solitamente da aziende di grandi dimensioni che utilizzano le azioni come strumento di finanziamento accessorio a quello del debito. Infatti, si chiama “Naamloze” che significa senza nome, per indicare che i possessori delle azioni non hanno l’obbligo di essere iscritti in un registro, in questo modo la natura giuridica prevale sicuramente sulla forma personale, non a caso le aziende quotate in borsa scelgono questa forma d’impresa.
Associazione di lavoratori professionisti (Maatschap)
L’Associazione è indicata per gruppi di professionisti o lavoratori autonomi. Non necessita di un atto di costituzione, tuttavia è consigliabile mettere per iscritto alcuni aspetti fondamentali, specie nel caso in cui si vogliano chiarire regole, poteri e remunerazione. Si pagano contributi in base al reddito e sono permesse le agevolazioni e detrazioni tipiche del lavoratore autonomo. Solitamente la responsabilità legale è demandata al singolo socio, tuttavia ci sono delle eccezioni.
Società in accomandita semplice - S.a.s. (De Commanditaire Vennootschap - C.V.)
Una C.V. è assimilabile alla società in accomandita semplice italiana (S.a.s., ed è considerata una forma particolare di v.o.f.) È composta da uno o più soci che si occupano dell’amministrazione, e da altri che sono coinvolti soltanto a livello finanziario. Non c’è bisogno di un contratto di costituzione, ma è prassi mettere in chiaro per iscritto le regole da seguire. Il socio amministrativo è considerato responsabile per i debiti della società, qualora la. C.V. vada in fallimento. Il socio che ha versato il capitale, detto in olandese letteralmente “ il socio silenzioso”, in linea di principio perde solo il capitale versato. Tuttavia, se quest’ultimo agisce di fatto come amministratore, egli diviene responsabile con il suo proprio patrimonio personale.
Associazione (Vereniging)
Un’associazione nasce quando più individui si prefiggono l’attuazione di uno scopo comune. Esistono due tipi di associazioni, quelle con pieno o con limitato potere, a seconda che ci sia un atto notarile o meno. Questo comporta che nel caso l’associazione sia fondata con potere limitato, la responsabilità legale della direzione è totale.
Cooperativa (Coöperatie)
Una cooperativa nasce principalmente quando un individuo vuole beneficiare di privilegi che sono legati a gruppi d’individui. Le due forme più diffuse sono le cooperative costituite da aziende e quelle costituite da imprenditori. Una cooperativa è soggetta a un regime di tassazione basato sul reddito, ogni membro partecipa con quote individuali. Solitamente la responsabilità legale è legata in parti uguali ai soci; tuttavia, esistono due istituti che la possono arginarla per preclusione: la U.A. ‘coöperatie met uitgesloten aansprakelijkheid’ e per limitazione: la B.A. ‘coöperatie met beperkte aansprakelijkheid’.
Fondazione (Stichting)
Una fondazione solitamente viene costituita per scopi sociali. Va fondata con un atto notarile, sia da un solo individuo che da più soci. Esiste finanche la possibilità che venga costituita da una persona giuridica. I soci solitamente non sono responsabili legalmente, tuttavia, esistono diverse eccezioni come in caso di cattiva gestione. Esiste una direzione fondata da membri, ma non da amministratori.
S.E. (European Company)
Un accenno approfondito va fatto riguardo all’iscrizione di aziende estere in Olanda. La S.E. è una particolare forma per imprese che svolgono attività internazionale e sono presenti in qualsiasi località europea. Il capitale minimo richiesto è di centoventimila euro, ed è diviso in azioni. La formazione è possibile tramite fusione, la creazione di una holding, la trasformazione di una precedente società. Un importante requisito è che persone o società di persone non possono creare una S.E., essa è regolata da un decreto Europeo e qualora le regole non trovino applicazione specifica, si fa riferimento a titolo analogico alla legislazione relativa alle N.V. E’ obbligatoria l’iscrizione in apposito registro sia in Olanda, che come documento europeo. La struttura di una S.E. può avere sia un’organizzazione unitaria che duale. Nel primo caso gli amministratori si occupano della gestione operativa su base giornaliera, mentre i supervisori di quella a lungo termine. Nel caso invece la S.E. abbia una struttura dualistica i compiti dell’amministratore e dell’organo dei supervisori sono assolutamente separati.
Il regime di responsabilità degli amministratori (Bestuurdersaansprakelijkheid)
Una parentesi doverosa va fatta riguardo al regime di responsabilità degli amministratori di B.V. e N.V. Essendo queste società a carattere limitato, in conformità a precedenti esperienze, il legislatore ha ritenuto di tutelare maggiormente i creditori, espandendo l’ambito di responsabilità dell’amministratore di società con regimi a responsabilità limitata, qualora sia chiaramente configurabile una colpa oggettiva. In egual modo questa forma di responsabilità (Bestuurdersaansprakelijkheid) è ugualmente applicabile anche nel caso si tratti di amministratori di associazioni che siano investiti di potere decisionale e responsabili per il regime di tassazione riguardante l’attività d’impresa. Questo vale specialmente qualora si tratti di cooperative edili o di associazioni che forniscano servizi assicurativi o assicurino crediti.
Lo stesso vale nel caso di una fondazione, o addirittura nel caso in cui l’amministratore appartenga a un’entità giuridica non olandese, ma che sia soggetto al fisco olandese e che abbia funzionalità di potere attribuitegli dalla legge olandese. Nel caso in cui le aziende riferenti ai soggetti sopra indicati non possano onorare i propri debiti, gli amministratori divengono responsabili in solido. Molto importante è forse sottolineare che secondo la legge olandese, una volta che si venga nominato amministratore, poco importa se non si svolgano funzioni finanziarie. Basta la nomina di amministratore nel Registro della Camera di Commercio per divenire responsabile. E in taluni casi, anche senza iscrizione, il solo essere amministratore di fatto dell’impresa comporta la responsabilità nei confronti degli atti intrapresi in nome del soggetto giuridico. Infine, finanche il liquidatore della società assume un ruolo di responsabilità penale in determinati casi. In particolare, l’amministratore è responsabile qualora la società da lui rappresentata non possa pagare imposte governative quali le seguenti:
- Tassa sul reddito
- Premi assicurativi e pensionistici
- Accise
- Tasse sugli alcolici e il gioco d’azzardo
- IVA
Molto comune infine è la responsabilità nel caso non venga versata l’IVA (BTW). In questo caso sono responsabili sia gli imprenditori di società individuali e di persona come v.o.f. e C.V., ma anche una persona giuridica qualora si sia scelto un istituto a responsabilità limitata come una B.V., una N.V. o un’associazione costituita per mezzo di statuto basato su un atto notarile. In questi ultimi casi, qualora sia dimostrabile la cattiva amministrazione, l’amministratore della società limitata è responsabile.
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Per esaminare la possibilità di avviare un'attività nei Paesi Bassi, vi invitiamo a contattare, in italiano, il dott. Robert Brinks.
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Approfondimenti
Il decreto del 30% a grandi linee
In che cosa consiste il decreto del 30%?
Se un dipendente viene a lavorare dall'estero nei Paesi Bassi, è possibile applicare il cosiddetto decreto del 30%, a determinate condizioni.
Il decreto del 30% consente al datore di lavoro un’esenzione presunta pari al 30% della remunerazione del dipendente, a titolo di risarcimento per le spese relative al soggiorno nei Paesi Bassi.
Una società a responsabilità limitata (BV) fondata nei Paesi Bassi da un lavoratore straniero, nella quale presti servizio il lavoratore stesso, può essere considerata un datore di lavoro. In tal modo, il decreto del 30% è aperto anche ai lavoratori autonomi.
Quali sono le condizioni per poter applicare il decreto del 30%?
Un lavoratore può avvalersi di questo decreto se viene a lavorare nei Paesi Bassi dall'estero e se possiede una competenza specifica quasi assente sul mercato olandese.
Un lavoratore ha una competenza specifica se il salario fiscale del lavoratore ammonta a più di € 38.961 su base annua (escluso il risarcimento del 30%). Per i lavoratori di età inferiore ai 30 anni in possesso di un diploma di master vale una norma salariale più bassa, pari a € 29.616.
Il fisco valuterà per ogni singolo caso se la competenza specifica è quasi assente sul mercato del lavoro olandese.
Per poter applicare il decreto del 30%, il datore di lavoro e il dipendente devono presentare una richiesta presso il fisco olandese.
I lavoratori che hanno vissuto vicino al confine olandese (entro un raggio di 150 km) per più di 16 sui 24 mesi precedenti all'inizio dell'impiego in Olanda, non possono fare uso del decreto del 30%.
Per quanto tempo è possibile applicare il decreto del 30%?
La durata del decreto del 30% è di massimo 5 anni.
Questo lasso di tempo si riduce in caso di periodi precedenti di soggiorno o impiego nei Paesi Bassi. Ciascun periodo precedente di soggiorno o impiego nei Paesi Bassi nei 25 anni precedenti, e anche un periodo anteriore di soggiorno o impiego nei Paesi Bassi che sia iniziato più di 25 anni fa, ma che sia terminato meno di 25 anni fa, abbrevia la durata del decreto del 30%.
Se la richiesta per il decreto del 30% viene fatta entro quattro mesi dal primo giorno lavorativo, il decreto del 30% può essere applicato con valore retroattivo a partire dal primo giorno lavorativo. Se la richiesta viene avanzata più tardi, il decreto del 30% entra in vigore a partire dal mese successivo.
Cosa succede se cambio datore di lavoro?
Se durante il periodo di applicazione del decreto del 30% un lavoratore cambia datore di lavoro, il decreto del 30% può rimanere applicabile su richiesta nel periodo di tempo rimanente, a condizione che non passino più di tre mesi dalla fine dell'impiego presso il vecchio datore di lavoro e la realizzazione del contratto di lavoro con il nuovo datore di lavoro. Il nuovo datore di lavoro deve dimostrare nuovamente che il dipendente può essere considerato come lavoratore di nuova acquisizione.
Il decreto del 30% comporta altri vantaggi?
Se il fisco non dà l'approvazione per applicare il decreto del 30%, determinati costi legati all'impiego nei Paesi Bassi possono comunque essere risarciti esentasse dal datore di lavoro. Ciò avviene, per esempio, nel caso di costi di alloggiamento doppi. Una differenza significativa con il decreto del 30% è che in questo caso bisogna dimostrare che questi costi sono stati affrontati. Con il decreto del 30% ciò non è necessario.
Cosa succede se il decreto del 30% non viene concesso?
Quando un lavoratore ha diritto al decreto del 30%, costui può scegliere, tra le altre cose, un regime fiscale estero parziale. In questo caso, il lavoratore viene considerato un straniero tassabile solo per una parte dell'imposta sul reddito, non considerando una serie di componenti fiscali e patrimoniali che normalmente ricadrebbero sotto l'imposta sul reddito olandese; in pratica, ciò comporta una tassazione minore dell'imposta sul reddito.
Alcune tasse scolastiche, inoltre, possono essere risarcite dal datore di lavoro.
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Importare in Olanda - L’Olanda come paese di distribuzione
Anche in ambito fiscale l’Olanda ha molto da offrire agli imprenditori attivi nel settore dell’importazione di merci. Per esempio, le procedure doganali olandesi sono maggiormente automatizzate rispetto a quelle di altri paesi, il che significa un risparmio di tempo e denaro per gli imprenditori. Inoltre, all’arrivo in Olanda, le merci possono essere poste in un deposito doganale, per cui non occorre pagare i dazi doganali. I dazi devono essere concorsi solo se e quando le merci lasciano questo deposito. Tutto questo comporta un importante vantaggio in termini di cash flow. Un altro vantaggio, sempre in termini di cash flow, lo si può ottenere perché in Olanda vi è la possibilità di non versare l’aliquota IVA al momento dell’importazione, ma solamente di includere e subito detrarre l’importo nella dichiarazione periodica dell’IVA.
Il nostro ufficio può consigliarvi e guidarvi nell’usufruire dell’Olanda come centro d’importazione. Possiamo anche assistervi nella compilazione di dichiarazioni fiscali ed eventuali altri scambi di corrispondenza con le autorità doganali e fiscali. Per l’uso di un deposito doganale, possiamo mettervi in contatto con uno spedizioniere doganale affidabile che fa parte della nostra rete. Se necessario, possiamo anche fungere da vostro rappresentante per quanto riguarda l’IVA.
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